Bernardo Valli

Se guardo altrove


Che cosa ci fa al Prado, a una mostra di Goya, il più grande degli inviati di guerra, il cronista che per mezzo secolo si è sempre trovato dove avveniva la Storia? E che avrà mai da domandare a Calvino, a Golo Mann, a Graham Greene, a Lévi-Strauss? Dove trova il tempo a Saigon, a Phnom Penh, a Sarajevo o a Bagdad per leggere Proust, Céline, Camus, Dumas, Maraini, Terzani, poi anche per scriverne? Non è mai esistito un principe del reportage più colto di Bernardo Valli. Accanto all’anima del soldato, dell’avventuriero disciplinato del giornalismo italiano, ha convissuto quella del lettore, dell’uomo di cultura di squisita raffinatezza. Curioso e con una capacità di discernimento per le cose che, nel mondo delle arti e delle lettere, valeva la pena raccontare, Bernardo Valli ha scritto pagine mirabili anche su argomenti diversi dalle guerre. Questo libro raccoglie decine di suoi articoli apparsi sulle pagine culturali dei principali quotidiani nazionali. Un’impressionante antologia di quasi sessant’anni di letteratura e di arte, con incursioni nel costume, nella musica, nella fotografia e perfino nel cinema.
Libro€ 26,00600 pagine
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Bernardo Valli

Bernardo Valli nasce a Parma nel 1930. La sua straordinaria carriera inizia nella cronaca di Milano del quotidiano “L’Italia”, nel 1955. L’anno seguente passa a “Il Giorno” diretto da Gaetano Baldacci che nel ‘57 lo invia in Marocco. Sarà il suo primo reportage di politica estera. Negli anni Sessanta segue il Sudafrica e la decolonizzazione africana, ed è corrispondente da Londra. Dal ’73 al ’77 passa al “Corriere della Sera” di Piero Ottone che nel ’75 lo manda in Estremo Oriente dove segue la guerra del Vietnam, l’India, il Giappone, la Cina, prima di stabilirsi definitivamente a Parigi. Dal ’77 al ’79 scrive per “La Repubblica” di Eugenio Scalfari, che lascia dal ’79 all’85 per andare a “La Stampa” diretta da Giorgio Fattori. A “La Repubblica” torna nell’85 e vi resta fino al 2020. Dal 2016 al 2022 ha tenuto una rubrica – “Dentro e fuori” – sul settimanale “L’Espresso”.

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